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Progetto PON "Crescita consapevole"

sabato 8 marzo 2014

I ragazzi del Mottura in visita all'ARS



Si è concluso nel migliore dei modi il progetto "Crescita consapevole", con la nostra visita, giorno 25 Febbraio, a Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea Regionale siciliana.
La nostra delegazione è stata accolta dal responsabile della comunicazione dell'ARS, il dott. Sardella, che ci ha fatto da guida, illustrandoci la storia e le caratteristiche artistico-architettoniche del Palazzo. Ci ha inorgoglito ricordare che un tempo la Sicilia è stata, in un certo senso, il centro del mondo. Abbiamo riflettuto, in modo particolare, sul fatto che il periodo di massimo splendore per la nostra isola sia coinciso proprio con quello in cui il governo normanno di Federico II praticò la politica della tolleranza e dell'integrazione delle culture che riteniamo possa essere, anche oggi, la strada maestra da intraprendere e da seguire per restituire centralità alla nostra terra e rilanciarne lo sviluppo.

Nel pomeriggio abbiamo potuto assistere ad una seduta dell'Assemblea regionale siciliana, presieduta dall'onorevole Ardizzone alla presenza del Presidente Crocetta. Il principale argomento all'ordine del giorno riguardava proprio l'abolizione delle provincie, vale a dire uno degli argomenti maggiormente dibattuti nel corso del nostro progetto. Abbiamo potuto assistere, pertanto, dal vivo, al processo democratico di approvazione di un disegno di legge in assemblea con il voto articolo per articolo e la presentazione e discussione di emendamenti da parte dell'opposizione. Oggi che il processo di riforma delle provincie è giunto a compimento possiamo dire di aver partecipato ad un momento saliente della storia politico-istituzionale della nostra Regione.

 La redazione

domenica 9 febbraio 2014

Visita alla Provincia regionale di Caltanissetta


Sabato 8 Febbraio, ci siamo recati presso gli Uffici della Provincia Regionale di Caltanissetta per incontrare il Dirigente del settore "Territorio e Ambiente", dott.ssa Giulia Cortina e poter approfondire le tematiche che abbiamo scelto di trattare sul nostro blog. La dirigente dell’Ufficio ci ha accolto con molta cortesia e dopo averci illustrato, succintamente, le attività del settore ci ha affidati al responsabile del monitoraggio sull’inquinamento dell’aria, dott. Fiorenzo Dell’Utri. Il dott. Dell’Utri si è subito messo a nostra completa disposizione e ci ha mostrato l’attività di controllo espletata dall’Ufficio in provincia di Caltanissetta. Dell’Utri ha spiegato che, grazie a numerose centraline installate nelle vie cittadine più trafficate di Caltanissetta, San Cataldo, Gela e Niscemi, viene monitorata la qualità dell’aria in provincia, attraverso la rilevazione dei principali inquinanti. In particolare, le centraline permettono di controllare i livelli del monossido di carbonio (prodotto dai gas di scarico delle auto e che, pertanto, raggiunge i suoi picchi nelle ore di punta del traffico), il biossido di azoto (inquinante determinate anch’esso dalla circolazione di autoveicoli ma anche dagli impianti di riscaldamento), il benzene, il toluene e il metixene, l’ozono e i non metani, le polvere sottili (pm10).
L’ufficio controlla, attraverso rilevazioni orarie, che non vengano superati i livelli di attenzione e di allarme stabiliti dalla normative nazionale in conformità alla normativa europea. I parametri variano in funzione dell’inquinante osservato. Ad esempio nel caso del monossido di carbonio, il limite stabilito dalla legge è di 10 mg per metro cubo come media giornaliera, per il biossido di azoto, invece, si deve verificare che non venga superato il limite di 200 microgrammi per più di 18 volte all’anno. L’Ufficio ha l’obbligo di comunicare tempestivamente alla prefettura e all’amministrazione comunale l’eventuale superamento di tali livelli d’allarme. In tal caso, le autorità competenti intervengono con misure finalizzate alla riduzione della circolazione dei veicoli istituendo, ad esempio, zone a traffico limitato o un regime di targhe alterne o di variazione della direzione del traffico.
Dell’Utri  ci ha, comunque, sostanzialmente, rassicurato sulla qualità generale dell’aria nella nostra provincia dove non sono mai stati superati i livelli di attenzione e di allarme fissate dalla normativa. Dato, quest’ultimo, che può essere considerato attendibile dalla popolazione poiché le strumentazioni sono costantemente monitorate e tarate giornalmente per verificarne il corretto funzionamento e le rilevazioni sono continue. L’unico inquinante che desta qualche preoccupazione per la salute dei cittadini nisseni è quello che riguarda le polveri sottili, pm10, vale a dire le polveri che hanno un valore inferiore a 10 micron. Il limite di 50 microgrammi nelle 24 ore, secondo la più recente normativa, non deve essere superato piú di 35 volte nel corso di un anno. Benché tale parametro di legge non sia stato superato, Dell’Utri sottolinea comunque che il limite giornaliero è stato superato 17 volte e che, in tali casi, il Comune ha fatto anche ricorso all’uso di macchine pulitrici per ridurre il livello di polvere nell’aria.
La provincia dispone altresì di una stazione metereologica che rileva la temperatura, il tasso di umidità, la velocità del vento, l’indice di irraggiamento solare. Il controllo delle condizioni meteorologiche è strettamente connesso all'attività di monitoraggio dell’inquinamento poiché i fattori meteorologici influenzano positivamente o negativamente la diffusione degli inquinanti nell'aria. Esiste, ad esempio, una stretta connessione tra l’indice di irraggiamento solare e i livelli di ozono nell'aria nonché tra la velocità del vento e la presenza di polveri sottili e di altri inquinanti. Evidentemente registrare una forte presenza di elementi inquinanti in presenza di condizioni climatiche favorevoli comporta una maggiore preoccupazione per la salute dei cittadini.
Nella rilevazione dell’inquinamento dell’aria, la provincia tiene conto anche delle specificità del territorio, questo spiega i motivi per cui si è scelto di concentrare le centraline nelle città di Caltanissetta, San Cataldo, Gela e Niscemi, mentre non sono presenti, al contrario, centraline in altre città più piccole (e pertanto meno trafficate) del nisseno. Per lo stesso motivo, a Gela viene specificamente rilevato l’inquinamento da SO2, prodotto dagli stabilimenti industriali. In ogni caso la provincia ha anche avviato delle campagne di rilevazione della qualità dell’aria in altre città, servendosi di un mezzo mobile.
L’incontro è proseguito con la dott.ssa Cortina che ci ha illustrato le attività poste in essere dalla provincia regionale di Caltanissetta per il controllo dei siti inquinati, in collaborazione con la Regione e con le forze dell’ordine. In particolare ci ha spiegato la differenza tra discariche abusive e abbandono selvaggio di rifiuti per strada.
Alla luce delle recenti interrogazioni parlamentari sul tema, abbiamo chiesto notizie sulla miniera Bosco e sulla miniera di Pasquasia. La dott.ssa ha evidenziato come, nel corso degli anni, si sia registrato, sia in provincia di Caltanissetta che di Enna, un preoccupante aumento delle patologie tumorali ed in particolare dei linfomi. Per questo sono state avviate delle indagini dalle procure di Enna e Caltanissetta delle quali non si conosce, tuttavia, a tutt’oggi, l’esito. I controlli, in questo caso, sono affidati all’Arpa, che pare abbia già un finanziamento per procedere ad ispezioni che ci auguriamo possano essere rapide ed approfondite.  

La redazione

venerdì 31 gennaio 2014

Valorizzazione e tutela ambientale del territorio nisseno

Premessa


La valorizzazione del patrimonio culturale e delle risorse naturali del territorio  siciliano richiede due diverse tipologie di intervento. Da un lato occorre operare per il miglioramento dei servizi presenti nei siti museali e nelle aree archeologiche e mineralogiche attraverso la messa in rete dei poli museali d’eccellenza e l’individuazione di eventi ed iniziative atti a svolgere una funzione di moltiplicatore della domanda di cultura. Solo in tal modo potrà essere efficacemente perseguita la finalità di una piena promozione delle risorse del territorio e della conseguente possibilità di fruizione da parte dei residenti e dei turisti. Dall’altro lato occorre una costante attività di monitoraggio, prevenzione e tutela finalizzata alla protezione e conservazione dell’esistente.
La nostra analisi è ricaduta sul territorio nisseno. Dalla lettura del bilancio sociale dell’ente emerge che l’attività prevalente della provincia di Caltanissetta in questo settore attiene al controllo dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo attraverso la rete di monitoraggio della qualità dell’aria e l’effettuazione di verifiche, campionamenti ed ispezioni presso attività produttive e siti inquinati. Tale attività si svolge sia su autonoma iniziativa dell’ente sia su richiesta delle Forze dell’Ordine, di Enti e di privati.

Risorse naturalistiche e problemi ambientali del territorio nisseno

Il Lago Soprano di Serradifalco
Riparato dal centro abitato, il lago Soprano e la zona circostante sono inseriti nel gruppo delle sette riserve naturali della provincia nissena.
Il lago, detto anche Cuba per le affinità di scenari con i paesaggi caraibici, è una dolina cioè una cavità superficiale caratteristica dei terreni carsici prodotta dall'azione delle acque sul calcare, riempita da acque provenienti dalle sorgenti e dalla pioggia.
La fauna della riserva è costituita da numerosi volatili tra i quali: lo Svasso piccolo, un uccello acquatico solitario dai piedi palmati; il Tarabusino, un piccolo trampoliere dalle gambe sottili; la Pittima reale, un uccello migratore dal corpo snello, gambe lunghe, coda breve, becco lungo e sottile curvo verso l'alto; il Moriglione, dalla testa e dal collo rosso-castano; la Folaga, dal corpo robusto, dai piedi lobati e dal bel colore nero ardesia.
Molte sono le specie di anfibi e di rettili che vivono attorno e nel lago: la testuggine palustre, una piccola tartaruga d'acqua dolce, è sicuramente uno tra gli esemplari più belli.






Negli ultimi anni il Lago soprano è la testimonianza di come l’inciviltà e gli atti vandalici abbiano preso il sopravvento su questa poco valorizzata area dall’aspetto inizialmente incantevole. Oggi questa area è del tutto abbandonata a causa della cattiva gestione delle istituzioni.


Soluzioni e proposte
Da una ricerca effettuata in rete abbiamo rilevato che, nel corso del tempo sono state proposte specifiche soluzioni. Riteniamo che tra queste la più interessante sia quella proposta dall’ex assessore Totò Alaimo, riproposta dagli organi di stampa locale e che ha come finalità quella di garantire la vita del bacino lacustre, assicurando sempre lo stesso livello delle acque.  Le acque al lago sarebbero portate da un lato per mandata: utilizzando la condotta dell’ex impianto di sollevamento, parte delle acque che fuoriescono dal depuratore di contrada Mintina per finire nel fiume Gallo d’oro sarebbero deviate nel lago Soprano. Dall’altro lato invece arriverebbero ”per caduta”, ovvero, utilizzando parte delle acque che fuoriescono dal pozzo di contrada Gazzana.
«In entrambi i casi – spiega l’ex assessore – un sistema di galleggianti farebbe confluire le acque al lago solo in caso di un calo del loro livello».
«Il progetto - afferma Alaimo - è stato apprezzato dai rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dalla direzione della riserva del lago Soprano nel corso del recente convegno di Legambiente». Il riferimento dell’ex assessore è alla manifestazione con la quale la “Goletta dei laghi” di Legambiente ha confermato per il 2013 la “bandiera nera” assegnata lo scorso anno al comune e alla provincia di Caltanissetta, dopo una verifica delle condizioni della riserva naturale. A proposito delle quali, Alaimo afferma “che le analisi condotte dall’Arpa, su richiesta del comune, che hanno accertato l’assenza di cesio, in realtà hanno interessato le acque superficiali e non i fondali del lago”. Secondo l’ex assessore, però, un fisico nucleare avrebbe ipotizzato, “e non affermato, come falsamente è asserito, la presenza di cesio anche nel lago Soprano, proveniente dagli esperimenti nucleari condotti nel deserto del Sahara, al pari di quello di Pergusa. Non fosse altro perché Serradifalco è più vicina all’Africa e i due laghi poco distanti, in linea d’aria, l’uno dall’altro”.  


La miniera bosco

Sappiamo benissimo che la nostra provincia ha una antica storia mineraria, e vedere che al giorno d’oggi tutto questo è rovinato fondamentalmente dalle istituzioni ci fa riflettere molto. Uno dei principali problemi riguardanti le miniere del nostro territorio riguarda la Miniera Bosco. Da recenti informazioni di stampa apprendiamo che, secondo un rapporto dell’Arpa, nell’aria non sono state rilevate fibre d’amianto. In merito alle acque superficiali e sotterranee è stata esclusa la presenza di rifiuti pericolosi.


“Pur essendo presente una grande quantità di materiale costituito da cemento-amianto, proveniente soprattutto, nel caso del sito di Bosco, dal tetto dei capannoni parzialmente crollati, nell’aria non sono state rilevate fibre di amianto”. Ed ancora: “L’assenza di radioattività nell’area superficiale del sito minerario, pur essendo un dato rassicurante per la salute della popolazione residente nei suoi pressi, non ci fornisce alcuna certezza riguardo la presenza o l’assenza di eventuali materiali radioattivi che qualcuno presume siano stati depositati all’interno della miniera”. Ed infine: “I dati relativi al contenuto di metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e policlorobifenili nelle acque superficiali e sotterranee prelevate dai due siti fanno escludere la presenza di rifiuti pericolosi contenenti tali composti”. Sono questi alcuni importanti passaggi contenuti in un delicato rapporto dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) e riportati dal periodico d’informazione La Voce del Nisseno. Gli approfonditi controlli sono stati effettuati dalla struttura territoriale di Caltanissetta, dapprima sollecitata dall’assessorato regionale Territorio ed Ambiente e poi dal Comune di Serradifalco, guidato dal sindaco Giuseppe Maria Dacquì che ha chiesto all’importante organismo di verificare la presenza di eventuali rifiuti radioattivi o pericolosi nella miniera Bosco di San Cataldo e nel lago Soprano.
“Per quanto concerne il lago Soprano di Serradifalco – leggiamo nel documento a firma del dottor Francesco Licata di Baucina (direttore generale dell’Arpa Sicilia), del dottor Antonio Carbone (direttore della struttura nissena) e del dottor Giorgio D’Angelo (dirigente responsabile per i controlli ambientali) – sono in fase di elaborazione le risultanze del sopralluogo eseguito nel mese di novembre dalla Struttura Territoriale di Caltanissetta”.  C’è da aggiungere, in merito al sito minerario di Bosco, che è stato riscontrato “un superamento del CSC, relativamente al parametro del Boro, nel campione di acque denominato C5 (piezometro)”. Una seria campagna di controlli, dunque, che ha coinvolto i siti minerari dismessi di Bosco e Palo, appartenenti a San Cataldo ma assai prossimi al territorio serradifalchese. Controlli mirati e specifici iniziati nei mesi di febbraio, marzo e settembre dello scorso anno. Per verificare la radioattività ambientale, la presenza di fibre di amianto aerodisperse e l’eventuale contaminazione da metalli pesanti (IPA e PCB).

Le autorità competenti in data 16 febbraio 2012 nel corso del primo sopralluogo hanno prelevato quattro campioni di particolato atmosferico per la ricerca di fibre di amianto aerodisperse, altri quattro campioni di acqua per una verifica della radioattività e dei metalli, nonché tre campioni di suolo per la verifica della radioattività.

L’attività della provincia regionale di Caltanissetta
Dal bilancio sociale realizzato dall’ente nisseno rileviamo che l’attività di bonifica dei siti inquinati riveste una fondamentale importanza per la riqualificazione del territorio.
Nella nostra provincia esiste un sito di interesse nazionale sottoposto a bonifica, nel quale sono in corso complesse attività che, per la loro natura a volte tecnologicamente innovativa e per la vastità delle aree interessate, comportano un impegno di studio particolarmente rilevante per il settore. Grande complessità ed importanza per i risvolti di tutela della salute e dell’ambiente riveste la bonifica dell’impianto di discarica di fosfogessi e l’attività di controllo effettuata dal settore.
Il territorio della provincia di Caltanissetta è interessato da un sito da bonificare, perimetrato dal Ministero dell’Ambiente ed inserito con L. 426/1998 tra i siti di interesse nazionale. L’area interessata è molto vasta ed è costituita principalmente dallo stabilimento Petrolchimico di Gela e dalla parte di mare antistante ad esso. La provincia ha il compito del controllo delle attività di bonifica in ogni loro fase. Le aziende interessate, a seguito di disposizioni date dal Ministero dell’Ambiente in varie Conferenze di servizi, producono tutti i rapporti relativi ai monitoraggi effettuati e gli elaborati necessari per procedere nella attività. La Provincia controlla tutta la documentazione prodotta ed effettua sopralluoghi atti a verificare aspetti particolari dell’attività.
Le principali difficoltà della provincia regionale di Caltanissetta derivano sempre e soprattutto dalla carenza di personale.

Analisi dei problemi

Dalla nostra analisi emergono i seguenti problemi che, a nostro avviso, determinano poi le problematiche più generali.
1)    L’inciviltà e l’incuria dei cittadini
2)    L’interesse, solo saltuario ed episodico, delle amministrazioni locali verso le tematiche ambientali
3)    La scarsità di risorse umane e strumentali

Soluzioni e proposte

Dall’analisi dei problemi abbiamo elaborato le seguenti possibili strade da intraprendere per affrontare e risolvere i problemi riscontrati. Innanzitutto riteniamo che occorrerebbe una più attenta opera di sensibilizzazione verso le tematiche ambientali sia attraverso la formazione che attraverso campagne di comunicazione.
L’importanza per tutta la popolazione dei problemi in esame richiederebbe uno sforzo maggiore, a tutti i livelli, per consentire gli adeguati controlli, anche attraverso un investimento in risorse umane e strumentali. Gli enti preposti, a nostro avviso, potrebbero avvalersi, con  specifici progetti di stage e tirocinio e di collocamento dell’ausilio di giovani diplomati e laureati, che avrebbero così anche delle importanti possibilità di impiego. Dovrebbero altresì essere sfruttate tutte le possibilità di finanziamento a livello nazionale ed europeo anche attraverso uffici ad hoc. Riteniamo infine che quando le risorse sono scarse l’unica strada da perseguire è quella della collaborazione e del coordinamento tra i vari organismi preposti che dovrebbe essere, pertanto, perseguita con maggiore assiduità e determinazione.

Paolino Minnella

Giuseppe Di Gioia

Marcello Dellaira

Matteo Sciortino

giovedì 30 gennaio 2014

Eutopia: la nostra città ideale



Nel corso del Progetto PON “Crescita consapevole”, noi ragazzi del Mottura di Caltanissetta, abbiamo ipotizzato di progettare una città ideale che sia in grado di sfruttare al meglio le energie rinnovabili.
L’intera città sarebbe ecosostenibile.Una definizione di ecosostenibilità è stata data con il Rapporto Brundtland nel 1987 per cui si definisce sostenibile uno sviluppo che garantisca un "equilibrio fra il soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie". Navigando in rete abbiamo trovato diverse proposte e progetti tra le quali abbiamo selezionato quelle che secondo noi sono le più interessanti. Nella città che immaginiamo gli edifici saranno prefabbricati in legno di forma esagonale per risparmiare soldi e spazio, avranno i tetti ricoperti di vegetazione, che oltre ad assorbire pioggia e sostanze inquinanti, assicurano un maggior isolamento termico .Tutte l’energia necessaria sarà fornita da fonti rinnovabili, come pannelli fotovoltaici , pale eoliche e bio masse ; mentre l’acqua piovana verrà recuperata e reimmessa nel circuito idrico cittadino.
Sorte che subiranno anche le acque grigie , cioè gli scarichi di docce, lavandini , che saranno trattate con particolari piante depuranti, come il bambù. Non saranno sprecati neanche i rifiuti che saranno riciclati all’80%.
Per quanto riguarda l’architettura, è sorto il problema dell’aumento della popolazione mondiale che è superiore a 7 miliardi, e aumenterà drasticamente nei prossimi decenni rischiando di costruire troppi edifici sulla terraferma rischiando di rovinare la flora e la fauna del nostro pianeta.

A questo abbiamo trovato una soluzione che consiste nel costruire anche sul mare,come ad esempio la città di “LilyPad”,dell’architetto belga Vincent Callebaut; questa città galleggiante è libera di galleggiare tra le onde,ed è dotata di pale eoliche e pannelli fotovoltaici in grado di soddisfare l’intera città in campo energetico. LilyPad è costituita da della plastica morbida fatta per galleggiare e scivolare sull’acqua seguendo i ritmi delle correnti e delle stagioni, e sfruttando le risorse del sole,della pioggia e dei venti,la sua “pelle” è composta da fibre di poliestere ed è ricoperta di biossido di titanio, che reagendo ai raggi ultravioletti assorbe l‘inquinamento atmosferico. Si tratta senz’altro di un progetto affascinante ma che, quanto meno in fase di avvio, presenta notevoli problemi legati ai costi di realizzazione. Nella città ideale potrebbero esserci anche delle scuole, senza libri dove gli studenti studiano con l’ausilio di IPad. Un progetto peraltro quest’ultimo che anche il Ministero dell’Istruzione italiano sta cercando di realizzare. La nostra scuola ha avviato una sperimentazione in questo senso e in alcune classi invece dei libri i ragazzi usano i tablet, ciò riduce i costi e semplifica il lavoro agli studenti. 

Andrea Gruttadauria
Giuseppe Virgaduro
Filippo Cordaro

Un progetto contro il degrado ambientale in provincia di Caltanissetta





Definizione di degrado ambientale
Con degrado ambientale si intende il deterioramento dell’ambiente causato dall’impoverimento delle risorse naturali come l’acqua, l’aria ed il suolo, la distruzione di ecosistemi e l’estinzione di flora e fauna selvatica. Come possono o possiamo affrontare e tentare di risolvere questo problema nella nostra provincia?

Analisi del contesto

La provincia di Caltanissetta presenta diversi fenomeni di degrado ambientale.
Oltre alle ripetute violazioni nelle discariche, all'impatto della criminalità organizzata che gestisce discariche illegali e ai problemi di gestione sorti con la deresponsabilizzazione dei comuni, a Caltanissetta incontriamo una ulteriore difficoltà: le carenze di personale fra la magistratura e la polizia.

Tra i problemi principali si segnalano

* il gravissimo deficit finanziario delle società d'ambito territoriale;

* l’assoluta inadeguatezza degli impianti di smaltimento dei rifiuti;

* eccessivo costo per il conferimento dei rifiuti nelle discariche […];

* mancanza di adeguati e capillari controlli sul territorio da parte degli organi amministrativi determinati anche da gravi carenze di organico.

La gestione del ciclo dei rifiuti in provincia di Caltanissetta è divisa fra due società (del tipo ATO, vedi articoli precedenti), chiamate CL1 e CL2.

Come ha denunciato il Procuratore della Repubblica di Caltanissetta negli ultimi anni si è registrato “un incremento dei reati connessi al ciclo dei rifiuti”. Ancora una volta la stragrande maggioranza delle violazioni riguarda la “realizzazione o gestione di discariche non autorizzate”.
 Qualche tempo fa il procuratore di Gela, Lucia Lotti, ha fatto presente che “il territorio è fortemente compromesso […], essendo praticamente disseminato di discariche a cielo aperto, in cui vengono scaricati gli inerti derivanti dai lavori di ristrutturazione e demolizione di appartamenti, e addirittura anche amianto. Il fenomeno riguarda inoltre le cave della zona, in cui vengono occultati rifiuti”.

A volte, imprese che si aggiudicavano appalti per il trattamento dei rifiuti li smaltivano “abbandonandoli in discariche abusive o in cave abbandonate, utilizzando a tal fine false fatturazioni o falsi documenti”.

“Altra situazione gravissima” riguarda “l'area agricola del circondario di Gela” ed è responsabilità delle attività delle serre: “sistematicamente tutti i teloni per coprire le coltivazioni, i fitofarmici, i contenitori, vengono abbandonati e finiscono in mare”. A causa della carenza di personale diventa ”molto difficile se non impossibile individuare le responsabilità dei singoli”.


Le competenze della Provincia
L’art. 197 del D.Lgs. 152/06 assegna alla Provincia la funzione dei controlli sulla gestione su smaltimento, recupero e trasporto dei rifiuti e sulle emissioni in atmosfera. Tali controlli vengono eseguiti sulla base della programmazione dell’Ufficio e su richiesta delle Forze dell’Ordine e dell’Autorità Giudiziaria” . Dalla lettura del bilancio sociale della provincia di Caltanissetta abbiamo appreso che l’attività di controllo dell’aria, del suolo e dell’acqua, si svolge sulla base di una programmazione mensile basata su controlli di iniziativa dell’ente e controlli su richiesta delle Forze dell’Ordine, di Enti e di privati. Particolare rilievo hanno assunto i controlli ambientali effettuati su iniziativa del settore, congiuntamente alle Forze dell’Ordine e su richiesta dell’Autorità Giudiziaria. L’attività prevalente del settore è quella del controllo dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo attraverso la rete di monitoraggio della qualità dell’aria e l’effettuazione di verifiche, campionamenti ed ispezioni presso attività produttive e siti inquinati.


L’albero dei problemi


L’albero degli obiettivi






Le nostre proposte

A partire dall’analisi dei problemi abbiamo sviluppato le nostre proposte per migliorare la gestione dei rifiuti a tutti i livelli: quello della produzione, dello smaltimento e della raccolta dei rifiuti.
Ø Per realizzare il controllo della produzione dei rifiuti occorrerebbe innanzitutto applicare le norme esistenti ma anche prevedere nuove norme che, ad esempio:
a.     riducano allo stretto necessario la produzione di imballaggi
b.    premino le aziende che producono prodotti ed imballaggi biodegradabili e disincentivino la produzione di rifiuti pericolosi ed inquinanti
Ø Per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata che ci chiede l’Unione Europea occorrerebbe
a.     estendere a tutto il territorio nisseno i felici esperimenti di raccolta differenziata porta a porta realizzati a Sommatino e Delia.
b.    Prevedere degli incentivi per chi differenzia correttamente (bolletta più economica) e dei disincentivi (bolletta più cara) per chi invece differenzia troppo poco
Ø Per fronteggiare il terribile problema delle discariche abusive che pare connesso anche alla cronica carenza di personale, a nostro avviso si può procedere in due sensi:
a)    Coordinare tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio.
b)   Richiedere l’intervento, la partecipazione e la collaborazione delle associazioni ambientaliste ma anche dei cittadini, ad esempio sul modello di decoro urbano potrebbe essere creato un portale per la segnalazione di tutte le violazioni delle norme in materia ambientale sul territorio provinciale.
Ø Infine riteniamo che sia indispensabile la sensibilizzazione di tutti i cittadini verso le tematiche ambientali. Per questo proponiamo:
a.     Progetti di sensibilizzazione ed informazione sulle tematiche ambientali fin dalle scuole elementari
b.    Campagne di comunicazione, anche attraverso i mass media, per la sensibilizzazione di tutti i cittadini.



Gabriele Lachina

Riccardo Mangione

Angelo Mammone 








La Serradifalco che vorrei


Nel corso del progetto P.O.N  “Crescita consapevole” abbiamo discusso del principio di sussidiarietà orizzontale ed in particolare del fatto che noi cittadini siamo a chiamati a fare proposte e critiche costruttive per migliorare le nostre città, solo in questo modo può realizzarsi pienamente il principio democratico. 
Condividendo questa idea, noi ragazzi provenienti da Serradifalco  abbiamo formulato delle proposte per migliorare la vivibilità del nostro paese.
A nostro avviso, il problema principale della nostra città riguarda l’ assenza di uno specifico edificio destinato alla scuola elementare. Attualmente, infatti, gli alunni della scuola elementare sono ospitati nei locali della scuola media. Tale situazione provvisoria è stata determinata dal crollo dell’edificio di via Papa Giovanni XXIII dove insisteva il plesso della scuola elementare. Ci chiediamo se l’ amministrazione comunale abbia già individuato delle risorse in bilancio per ristrutturare la scuola.  
Un altro dei problemi di Serradifalco sono le strade,   perché  sono piene di buche e dossi. Noi ragazzi del Mottura  di Serradifalco vorremmo fare un appello al sindaco al fine di sistemare, almeno, le strade che partono dalla via Cavalieri  Vittorio Veneto fino a via Papa Giovanni XXIII perché da questa strade passano molte automobili provenienti dai vari paesi dell’hinterland o dirette verso di essi. 
Molti bambini che vanno a giocare al parco giochi di Serradifalco cadono e si fanno molto male, questo succede perché la pavimentazione del parco si è sollevata a causa delle radici di alberi secolari  molto lunghe e grosse che  hanno divelto le mattonelle del parco. Nella zona Calvario vicino alla chiesa c’è un grande parco ormai abbandonato da molti anni. Questo parco per molti ragazzi sarebbe più che utile perché si potrebbero fare campetti di calcio ,di tennis, una piccola piscina, un chioschetto . Il parco oltre a essere utile per i ragazzi sarebbe utile anche per l’indotto economico generale del Comune.
Girando per Serradifalco, capita di frequente di incontrare rifiuti abbandonati per la strada. Questo problema è causato in primo luogo dall’inciviltà di alcune persone ma anche dalla mancanza di cassonetti e cestini ben distribuiti sul territorio comunale.   Il Comune probabilmente  non ha risorse sufficienti per aprire una discarica e per costituire o finanziare un’azienda per il riciclaggio e per lo smaltimento dei rifiuti. Ciò a comporta numerosi sprechi e spesso costi insostenibili per il Comune.
Un altro problema molto grave è quello dei topi. Si tratta non soltanto di un gravissimo problema dal punto di vista sanitario ed igienico ma più in generale per l’immagine del Comune. Tale problema è, probabilmente, strettamente connesso a quello sporcizia delle strade cittadine. Proprio per questo motivo sarebbero necessarie, a nostro avviso, delle frequenti disinfestazioni.
Per le vie di Serradifalco c’è molto buio perché molti pali della luce non funzionano, il Comune si è occupato solo dei pali che partono dal centro storico e terminano nella piazza. Noi vorremmo che l'amministrazione attivasse tutti gli strumenti possibili in suo possesso per ottenere un finanziamento che permettesse di garantire un'illuminazione sufficiente in tutto il paese. Un ulteriore problema sicuramente non grave quanto gli altri appena elencati e quindi, a nostro avviso non prioritario in un eventuale piano triennale delle opere pubbliche, ma comunque di una certa importanza per la nostra cittadina riguarda lo  stadio. A Serradifalco c’è uno stadio molto piccolo. Il  manto dello stadio non è erboso ma sabbioso. I riflettori, attivi dal 1945, sembrano quelli di un campo di concentramento. Sappiamo dalla stampa che  il presidente della squadra “Serradifalco Calcio” ha presentato un progetto di ristrutturazione e prima di giugno, se tutto va bene, dovrebbero arrivare i finanziamenti e cominciare i lavori.
Lo sviluppo della città di Serradifalco potrà essere realizzato non solo con l’impegno dell’amministrazione comunale ma anche, e soprattutto, con l’impegno di tutti i cittadini. Una cittadinanza attiva potrebbe realizzare iniziative di varia natura, ad esempio: gruppi per ripulire il verde pubblico o per ripulire alcune aree della città, anche al fine di lanciare il messaggio " ciò che è pubblico è di tutti e non di nessuno".
                     STEFANO CINO
                            SALVATORE SALATINO