Premessa
La valorizzazione del
patrimonio culturale e delle risorse naturali del territorio siciliano richiede due diverse tipologie di
intervento. Da un lato occorre operare per il miglioramento dei servizi
presenti nei siti museali e nelle aree archeologiche e mineralogiche attraverso
la messa in rete dei poli museali d’eccellenza e l’individuazione di eventi ed
iniziative atti a svolgere una funzione di moltiplicatore della domanda di
cultura. Solo in tal modo potrà essere efficacemente perseguita la finalità di
una piena promozione delle risorse
del territorio e della conseguente possibilità di fruizione da parte dei
residenti e dei turisti. Dall’altro lato occorre una costante attività di monitoraggio, prevenzione e tutela
finalizzata alla protezione e conservazione dell’esistente.
La nostra analisi è
ricaduta sul territorio nisseno. Dalla lettura del bilancio sociale dell’ente
emerge che l’attività prevalente della provincia di Caltanissetta in questo
settore attiene al controllo dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo
attraverso la rete di monitoraggio della qualità dell’aria e l’effettuazione di
verifiche, campionamenti ed ispezioni presso attività produttive e siti
inquinati. Tale attività si svolge sia su autonoma iniziativa dell’ente sia su
richiesta delle Forze dell’Ordine, di Enti e di privati.
Risorse naturalistiche e problemi ambientali del
territorio nisseno
Il Lago Soprano di Serradifalco
Riparato dal
centro abitato, il lago Soprano e la zona circostante sono inseriti nel gruppo
delle sette riserve naturali della provincia nissena.
Il lago,
detto anche Cuba per le affinità di scenari con i paesaggi caraibici, è
una dolina cioè una cavità superficiale caratteristica dei terreni carsici
prodotta dall'azione delle acque sul calcare, riempita da acque provenienti
dalle sorgenti e dalla pioggia.
La fauna della riserva è costituita da
numerosi volatili tra i quali: lo Svasso piccolo, un uccello acquatico
solitario dai piedi palmati; il Tarabusino, un piccolo trampoliere dalle gambe
sottili; la Pittima
reale, un uccello migratore dal corpo snello, gambe lunghe, coda breve, becco
lungo e sottile curvo verso l'alto; il Moriglione, dalla testa e dal collo
rosso-castano; la Folaga,
dal corpo robusto, dai piedi lobati e dal bel colore nero ardesia.
Molte sono le specie di anfibi e di rettili che vivono attorno e nel
lago: la testuggine palustre, una piccola tartaruga d'acqua dolce, è
sicuramente uno tra gli esemplari più belli.
Negli ultimi anni il Lago soprano è la testimonianza di come l’inciviltà
e gli atti vandalici abbiano preso il sopravvento su questa poco valorizzata
area dall’aspetto inizialmente incantevole.
Oggi questa area è del tutto abbandonata a causa della cattiva gestione delle
istituzioni.
Soluzioni e proposte
Da una ricerca effettuata in rete abbiamo
rilevato che, nel corso del tempo sono state proposte specifiche soluzioni.
Riteniamo che tra queste la più interessante sia quella proposta dall’ex
assessore Totò Alaimo, riproposta dagli organi di stampa locale e che ha come
finalità quella di garantire la vita del bacino lacustre, assicurando sempre lo
stesso livello delle acque. Le acque al
lago sarebbero portate da un lato per mandata: utilizzando la condotta dell’ex
impianto di sollevamento, parte delle acque che fuoriescono dal depuratore di
contrada Mintina per finire nel fiume Gallo d’oro sarebbero deviate nel lago
Soprano. Dall’altro lato invece arriverebbero ”per caduta”, ovvero, utilizzando
parte delle acque che fuoriescono dal pozzo di contrada Gazzana.
«In entrambi i casi – spiega l’ex assessore – un sistema di galleggianti
farebbe confluire le acque al lago solo in caso di un calo del loro livello».
«Il progetto - afferma Alaimo - è stato apprezzato dai rappresentanti delle
associazioni ambientaliste e dalla direzione della riserva del lago Soprano nel
corso del recente convegno di Legambiente». Il riferimento dell’ex assessore è
alla manifestazione con la quale la “Goletta dei laghi” di Legambiente ha
confermato per il 2013 la “bandiera nera”
assegnata lo scorso anno al comune e alla provincia di Caltanissetta, dopo una
verifica delle condizioni della riserva naturale. A proposito delle quali,
Alaimo afferma “che le analisi condotte dall’Arpa, su richiesta del comune, che
hanno accertato l’assenza di cesio, in realtà hanno interessato le acque
superficiali e non i fondali del lago”. Secondo l’ex assessore, però, un fisico
nucleare avrebbe ipotizzato, “e non affermato, come falsamente è asserito, la
presenza di cesio anche nel lago Soprano, proveniente dagli esperimenti
nucleari condotti nel deserto del Sahara, al pari di quello di Pergusa. Non
fosse altro perché Serradifalco è più vicina all’Africa e i due laghi poco
distanti, in linea d’aria, l’uno dall’altro”.
La miniera bosco
Sappiamo benissimo che la nostra provincia ha una antica storia
mineraria, e vedere che al giorno d’oggi tutto questo è rovinato
fondamentalmente dalle istituzioni ci fa riflettere molto. Uno dei principali
problemi riguardanti le miniere del nostro territorio riguarda la Miniera Bosco.
Da recenti informazioni di stampa apprendiamo che, secondo un rapporto dell’Arpa, nell’aria non sono state rilevate fibre
d’amianto. In merito alle acque superficiali e sotterranee è stata esclusa la
presenza di rifiuti pericolosi.

“Pur essendo presente una grande quantità di materiale
costituito da cemento-amianto, proveniente soprattutto, nel caso del sito di Bosco,
dal tetto dei capannoni parzialmente crollati, nell’aria non sono state
rilevate fibre di amianto”. Ed ancora: “L’assenza di radioattività nell’area
superficiale del sito minerario, pur essendo un dato rassicurante per la salute
della popolazione residente nei suoi pressi, non ci fornisce alcuna certezza
riguardo la presenza o l’assenza di eventuali materiali radioattivi che
qualcuno presume siano stati depositati all’interno della miniera”. Ed infine:
“I dati relativi al contenuto di metalli pesanti, idrocarburi policiclici
aromatici e policlorobifenili nelle acque superficiali e sotterranee prelevate
dai due siti fanno escludere la presenza di rifiuti pericolosi contenenti tali
composti”. Sono questi alcuni importanti passaggi contenuti in un delicato
rapporto dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) e riportati
dal periodico d’informazione La Voce del Nisseno. Gli approfonditi
controlli sono stati effettuati dalla struttura territoriale di Caltanissetta,
dapprima sollecitata dall’assessorato regionale Territorio ed Ambiente e poi
dal Comune di Serradifalco, guidato dal sindaco Giuseppe Maria Dacquì che ha
chiesto all’importante organismo di verificare la presenza di eventuali rifiuti
radioattivi o pericolosi nella miniera Bosco di San Cataldo e nel lago Soprano.
“Per quanto concerne il lago Soprano di Serradifalco –
leggiamo nel documento a firma del dottor Francesco Licata di Baucina
(direttore generale dell’Arpa Sicilia), del dottor Antonio Carbone (direttore
della struttura nissena) e del dottor Giorgio D’Angelo (dirigente responsabile
per i controlli ambientali) – sono in fase di elaborazione le risultanze del
sopralluogo eseguito nel mese di novembre dalla Struttura Territoriale di
Caltanissetta”. C’è da aggiungere, in merito al sito minerario di Bosco,
che è stato riscontrato “un superamento del CSC, relativamente al parametro del
Boro, nel campione di acque denominato C5 (piezometro)”. Una seria campagna di
controlli, dunque, che ha coinvolto i siti minerari dismessi di Bosco e Palo,
appartenenti a San Cataldo ma assai prossimi al territorio serradifalchese.
Controlli mirati e specifici iniziati nei mesi di febbraio, marzo e settembre
dello scorso anno. Per verificare la radioattività ambientale, la presenza di
fibre di amianto aerodisperse e l’eventuale contaminazione da metalli pesanti
(IPA e PCB).
Le autorità competenti in data 16 febbraio 2012 nel corso del primo sopralluogo
hanno prelevato quattro campioni di particolato atmosferico per la ricerca di
fibre di amianto aerodisperse, altri quattro campioni di acqua per una verifica
della radioattività e dei metalli, nonché tre campioni di suolo per la verifica
della radioattività.
L’attività della provincia regionale di Caltanissetta
Dal bilancio sociale
realizzato dall’ente nisseno rileviamo che l’attività di bonifica dei siti
inquinati riveste una fondamentale importanza per la riqualificazione del
territorio.
Nella nostra
provincia esiste un sito di interesse nazionale sottoposto a bonifica, nel
quale sono in corso complesse attività che, per la loro natura a volte
tecnologicamente innovativa e per la vastità delle aree interessate, comportano
un impegno di studio particolarmente rilevante per il settore. Grande
complessità ed importanza per i risvolti di tutela della salute e dell’ambiente
riveste la bonifica dell’impianto di discarica di fosfogessi e l’attività di
controllo effettuata dal settore.
Il territorio della
provincia di Caltanissetta è interessato da un sito da bonificare, perimetrato
dal Ministero dell’Ambiente ed inserito con L. 426/1998 tra i siti di interesse
nazionale. L’area interessata è molto vasta ed è costituita principalmente
dallo stabilimento Petrolchimico di Gela e dalla parte di mare antistante ad
esso. La provincia ha il compito del controllo delle attività di bonifica in
ogni loro fase. Le aziende interessate, a seguito di disposizioni date dal
Ministero dell’Ambiente in varie Conferenze di servizi, producono tutti i
rapporti relativi ai monitoraggi effettuati e gli elaborati necessari per
procedere nella attività. La
Provincia controlla tutta la documentazione prodotta ed
effettua sopralluoghi atti a verificare aspetti particolari dell’attività.
Le principali
difficoltà della provincia regionale di Caltanissetta derivano sempre e soprattutto
dalla carenza di personale.
Analisi dei problemi
Dalla nostra analisi emergono i seguenti problemi che, a nostro avviso,
determinano poi le problematiche più generali.
1)
L’inciviltà e l’incuria dei cittadini
2)
L’interesse, solo saltuario ed episodico, delle
amministrazioni locali verso le tematiche ambientali
3)
La scarsità di risorse umane e strumentali
Soluzioni e proposte
Dall’analisi dei problemi abbiamo elaborato le seguenti possibili strade
da intraprendere per affrontare e risolvere i problemi riscontrati.
Innanzitutto riteniamo che occorrerebbe una più attenta opera di sensibilizzazione verso le tematiche ambientali sia
attraverso la formazione che attraverso campagne di comunicazione.
L’importanza per tutta la popolazione dei problemi in esame
richiederebbe uno sforzo maggiore, a tutti i livelli, per consentire gli adeguati controlli, anche attraverso un
investimento in risorse umane e
strumentali. Gli enti preposti, a nostro avviso, potrebbero avvalersi,
con specifici progetti di stage e
tirocinio e di collocamento dell’ausilio di giovani diplomati e laureati, che avrebbero così anche delle
importanti possibilità di impiego. Dovrebbero altresì essere sfruttate tutte le
possibilità di finanziamento a livello
nazionale ed europeo anche attraverso uffici ad hoc. Riteniamo infine che
quando le risorse sono scarse l’unica strada da perseguire è quella della collaborazione e del coordinamento tra i
vari organismi preposti che dovrebbe essere, pertanto, perseguita con
maggiore assiduità e determinazione.
Paolino Minnella
Giuseppe Di Gioia
Marcello Dellaira
Matteo Sciortino